Il Metodo Ørberg raccontato da una studentessa qualunque

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo scritto da una studentessa al suo secondo anno con il Metodo Natura.

Dopo un titolo del genere, mi sembra quantomeno doveroso presentarmi.10531298_1655808424630580_778791392_n

Mi chiamo Luna, ho sedici anni (da due frequento il Liceo Classico “G. La Farina” di Messina) e faccio parte della prima classe all’interno del nostro liceo ad aver adottato in via sperimentale il Metodo Natura. Proprio per questo voglio raccontare la mia esperienza, iniziata più o meno per caso, visto che a spingermi a iscrivermi nella “sezione Natura” è stata, oltre alla curiosità estrema che fa parte di me, un pizzico di sana incoscienza: immaginate una quattordicenne che, senza alcuna conoscenza a riguardo, decide di iscriversi nel modo più casuale possibile in una classe sperimentale per il puro gusto di rischiare: eccomi!

Non voglio tuttavia perdermi in ragionamenti futili per cercare di rendere più poetica una scelta alla cieca che, incredibilmente, mi ha portato fortuna. Per quanto possa sembrare assurdo, all’interno del nostro liceo studiare le lingue classiche con il Metodo Natura equivale ad essere considerato un “animale esotico”, visto da un lato con uno sguardo di dubbio, dall’altro con una celata ammirazione.

“QUINDI RIESCI A TRADURRE SENZA VOCABOLARIO? NEMMENO NEI COMPITI IN CLASSE? NON CI CREDO.” – Ebbene sì, cari coetanei, e non è nemmeno così impossibile come sembra. Sono una studentessa i cui voti non sono sinonimo di una genialità recondita e probabilmente non mi iscriverò a lettere classiche appena finito il liceo, eppure posso ammettere nella più totale sincerità che greco e latino sono due materie che mi affascinano particolarmente e che studio con piacere, con difficoltà più che normali per una ragazza qualsiasi iscrittasi al Liceo Classico ma che, non appena superate, generano una sensazione molto più che gratificante. 10531298_1655808451297244_1645542964_nQuesto è  il motivo per cui apprezzo tanto il metodo Ørberg: la sensazione di possedere realmente una lingua, di essere capace di leggere una poesia di Saffo riconoscendo a prima vista parole arcaiche simili al greco della koinè che studiamo su Athenaze, di commuoversi con Ad Lesbiam sentendo riecheggiare le voce di Catullo che decanta il suo amore. Non è forse la sensazione migliore del mondo riuscire a leggere e comprendere immediatamente, nella lingua stessa in cui è stato concepito, un testo o una poesia scritta secoli fa?

Bando alle ciance, il quantitativo delle cose che avrei da dire è infinito: non basterebbero dieci pagine per raccontare le più disparate esperienze, la gioia di accorgersi di poter formulare pensieri sensati in due lingue, dei collegamenti etimologici fulminei e fin troppo naturali per non stupirsene, la frustrazione tipica perché non sempre è stato semplice comprendere ciò che ho studiato, la tenacia nel tentare e fallire, riprovare di nuovo e di nuovo ancora fino a riuscirvi… per poi accorgersi di sapere ancora troppo, troppo poco. E questo è il secondo, più grande, motivo per cui credo nel Metodo Natura: io stessa studio, ammetto di avere un lessico vasto e esaustivo in confronto alla media degli studenti della scuola e di avere persino le conoscenze grammaticali comuni a tutti noi “classicisti”…  eppure non mi basta. Non mi sento ancora di poter dire che, sì, conosco il greco e il latino, nonostante appunto il Metodo Natura mi stia permettendo di avere assimilato (frutto di studio, a discapito di coloro che pensano che il metodo natura sia più semplice) abbastanza. La domanda con cui concludo l’articolo è questa: un qualsiasi studente del Metodo Natura riceve milioni di stimoli e dunque parole ed espressioni che gli studenti del Metodo Tradizionale non immaginano; dunque come si può pensare che un metodo basato puramente sulla Grammatica possa essere completo? E come si può non agire sapendo che, in questo modo, il Tempo cancellerà completamente quanto appreso?

Luna Cilia

7 pensieri su “Il Metodo Ørberg raccontato da una studentessa qualunque

    • Buongiorno Luna, la tua esperienza mi sembra molto interessante. Farò leggere il tuo articolo a mia figlia che il prossimo settembre affronterà questa metodologia.
      Grazie.
      Nadia

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  1. Io sono uno studente di liceo scientifico e anche la mia professoressa usa il metodo Ørberg, alle medie ho fatto latino in seconda e terza ( 50 ore all’anno ) e devo dire che ne avevo capito ben poco oltre a essermi sembrato davvero noioso, invece ora ho riscoperto la bellezza di questa lingua, anzi devo dire che è la mia materia preferita. Preciso che questa opinione non è solo mia ma di tutta la classe. Pecco di presunzione se lo consiglio a tutti i professori che passano di qui a leggere?

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