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L’insegnamento della lettura del greco antico, tradizionalmente focalizzato sull’apprendimento mnemonico dell’alfabeto, può beneficiare notevolmente di un approccio neuroscientifico che si ispira ai metodi utilizzati per insegnare la lettura ai bambini. Numerosi studi hanno dimostrato che l’apprendimento progressivo e multisensoriale facilita l’acquisizione delle competenze di lettura, rendendole più efficaci e durature. Questo articolo propone un metodo basato su questi principi per insegnare a leggere il greco antico nella prima lezione.

Tale metodo non è però una novità assoluta: esso è stato infatti già presentato dal nostro centro durante il Primo Seminario Internazionale di Didattica delle Lingue Classiche nel 2017, a Firenze, e viene usato costantemente nei corsi ormai dal 2011, oltre ad essere parte dei nostri corsi di formazione in didattica delle lingue classiche.
Un esempio pratico di questo metodo di lavoro è stato messo a disposizione come corso gratuito, riconosciuto dal MIUR, sul portale http://www.latin-cert.org. Per accedervi è necessario inserire nello spazio “codice classe” il codice BJSC4A. Il corso è aperto a tutti.
Il corso presenta inoltre test per verificare la capacità di lettura.
Divisione delle Lettere in Quattro Gruppi
Basandosi sulla plasticità cerebrale e sul principio di apprendimento incrementale, le lettere dell’alfabeto greco vengono suddivise in quattro gruppi, combinando lettere familiari e meno familiari. Per ogni gruppo, le lettere vengono presentate e successivamente scritte sulla lavagna per formare una parola o un gruppo di lettere. Gli studenti sono invitati a leggere queste combinazioni ad alta voce. Nei gruppi successivi, si introducono nuove parole o gruppi di lettere che integrano progressivamente tutte le lettere già apprese, permettendo agli studenti di consolidare le loro competenze di lettura in modo graduale e coerente.
Questo approccio permette al cervello di assimilare gradualmente nuove informazioni, costruendo su conoscenze preesistenti e riducendo il carico cognitivo.
Gruppo 1
Il primo gruppo include lettere che hanno forme o suoni simili a quelle dell’alfabeto latino, insieme a lettere che presentano una alta possibilità di essere “fraintese”, come nel caso del ν (ni). Questo facilita il riconoscimento visivo e fonetico, sfruttando le reti neuronali già esistenti, aggiungendo un lieve carico cognitivo sfidante su lettere meno familiari.
- α
- β
- ν
- η
- ξ
- ι
Si andranno così a presentare gruppi di lettere da leggere ad alta voce.

Gruppo 2
Il secondo gruppo introduce lettere con forme o suoni moderatamente diversi, stimolando l’adattamento neuronale e l’espansione delle reti di riconoscimento, grazie alla creazione di parole con l’utilizzo anche del gruppo precedente.
- ε
- ο
- γ
- ρ
- σ, ς (presentata come variante in fine di parola)
Gruppo 3
Questo gruppo presenta lettere con forme e suoni meno intuitivi, aumentando gradualmente la complessità e stimolando la neuroplasticità.
- π
- υ
- χ
- ω
- δ
- μ
- τ
Gruppo 4
Il quarto gruppo include lettere rare e suoni complessi, completando l’apprendimento dell’alfabeto greco e massimizzando la capacità di riconoscimento e produzione linguistica.
- κ
- λ
- φ
- ψ
- θ
- ζ

Unire le Lettere e Leggere: Principi Neuroscientifici
La pratica di unire le lettere per formare sillabe e parole si basa sui principi dell’apprendimento distribuito e del recupero attivo. Questi principi favoriscono la memorizzazione a lungo termine e la fluidità di lettura. Ad esempio, con il primo gruppo, gli studenti possono creare e leggere parole semplici come:
- ανηβ (aneb)
- βηνι (beni)
- ξινεα (xinea), etc…
Questa fase sfrutta la capacità del cervello di formare connessioni sinaptiche attraverso la pratica ripetuta e il feedback immediato. L’aumento delle lettere permetterà poi agli studenti di leggere con maggiore fluidità.
L’integrazione di tutte le lettere apprese in frasi semplici aiuta a consolidare le competenze di lettura e a sviluppare una comprensione contestuale.
Questa pratica sfrutta l’elaborazione distribuita e la sinergia tra le aree del cervello responsabili del riconoscimento delle lettere, della produzione fonetica e della comprensione semantica.
Omissione degli accenti e delle loro regole
In un momento come quello del primo approccio al greco, troviamo controproducente la spiegazione delle regole dell’accento, impossibili da capire per chi non abbia mai avuto a che fare con un testo greco (e spesso anche per chi ci ha avuto a che fare), producendo un carico cognitivo inutile in questa fase. Peraltro, le stesse regole degli accenti, così come tutte le altre regole fonetiche che si studiano il primo giorno (si veda la Legge di Grassman), sono perlopiù inutili in questa fase, visto e considerato che agli studenti non è mai richiesto di produrre in greco antico. In questo primo approccio, comunque, non è necessaria la loro presentazione, poiché stiamo chiedendo agli studenti solo ed esclusivamente di leggere le lettere e le parole nei segni grafici che le compongono.
In circa un’ora, e fornendo poi agli studenti materiali audio di lettura e testi su cui lavorare a casa, gli studenti possono in poche ore prendere grande dimestichezza con la lettura.
La tecnica in azione: un mini-corso
Il Centro Nazionale di Studi Classici offre un corso di un’ora in cui è possibile osservare questo innovativo metodo didattico in azione. Per accedere al corso, visitare il sito www.latin-cert.org e inserire il codice BJSC4A nello spazio “codice classe”. La partecipazione al corso è riconosciuta dal MIUR e consente ai docenti di ottenere un attestato.
Il corso è principalmente destinato ai principianti, ma i docenti possono utilizzarlo come propria formazione personale.

Conclusione
Un approccio neuroscientifico all’insegnamento della lettura del greco antico, basato sulla divisione progressiva dell’alfabeto e sulla pratica incrementale, non solo facilita l’acquisizione delle competenze di lettura ma ne migliora anche la durabilità e la profondità. Utilizzando metodi che rispettano il funzionamento naturale del cervello, gli studenti possono sviluppare una lettura fluida e comprensiva del greco antico in modo più efficiente e coinvolgente. Questo approccio innovativo rappresenta una svolta significativa nella didattica delle lingue classiche, aprendo nuove strade per l’apprendimento e l’insegnamento.
Giampiero Marchi
Centro Nazionale di Studi Classici “GrecoLatinoVivo”