Latino, Greco Antico e Difficoltà Comuni nella Traduzione

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Nel corso degli ultimi dodici anni, lavorando con studenti di latino e greco antico, avendo dato vita al Centro Nazionale di Studi Classici come ente accreditato dal Ministero dell’Istruzione, ho avuto l’opportunità di approfondire le dinamiche che spesso ostacolano l’apprendimento di queste lingue. Attraverso percorsi individuali e non semplici ripetizioni, ho osservato da vicino le problematiche più comuni e potuto sviluppare insieme alla squadra dei docenti dell’Istituto soluzioni personalizzate basate su solide ricerche didattiche e neuroscientifiche. Questi percorsi si sono rivelati fondamentali per affrontare efficacemente difficoltà comuni che si rivelano negli studenti e che ne inficiano non solo i risultati ma anche il benessere.

Una delle sfide più diffuse riguarda la mancanza di un lessico di base ben consolidato. Molti studenti, pur avendo una buona competenza grammaticale, faticano a comprendere i testi a causa di un repertorio lessicale limitato. Questa lacuna rende il processo di traduzione faticoso e impreciso, specialmente con testi complessi. Le neuroscienze cognitive hanno evidenziato come l’acquisizione del vocabolario coinvolga sia la memoria dichiarativa, responsabile dell’apprendimento di nuovi termini e delle loro associazioni semantiche, sia la memoria procedurale, che aiuta nell’automatizzazione dell’uso del lessico (Ullman, 2004).

L’approccio tradizionale all’apprendimento del lessico spesso non sfrutta appieno queste conoscenze neuroscientifiche, risultando dispendioso in termini di energia e inefficace nel lungo termine, poiché incentrato su liste di vocaboli e non su un apprendimento tramite contesto. Così. ho iniziato a utilizzare strategie di apprendimento del vocabolario basate su distribuzione e l’uso di associazioni multisensoriali (Kang, 2016), sia cioè parlando direttamente in lingua, chiedendo risposte in lingua, sia presentando il lessico in maniera diffusa e frequente, in contesti diversi. Questi metodi facilitano la memorizzazione e il recupero del lessico, migliorando l’efficienza dell’apprendimento e rafforzando le connessioni neuronali coinvolte nella memorizzazione delle parole.

Sebbene le problematiche legate al lessico siano comuni a tutti i livelli, le esigenze cognitive differiscono tra principianti e studenti avanzati. I principianti devono costruire nuove reti neuronali per gestire un sistema linguistico sconosciuto, mentre gli avanzati devono raffinare e ampliare queste reti esistenti (Abutalebi & Green, 2007). Per i principianti, è fondamentale utilizzare tecniche che promuovano la neuroplasticità, come l’esposizione ripetuta e contestualizzata al nuovo lessico (Draganski et al., 2004). Gli studenti avanzati possono beneficiare di strategie come l’analisi morfologica e l’apprendimento di radici e affissi, facilitando l’acquisizione di vocaboli attraverso le strutture cognitive già consolidate. Tuttavia, l’assenza del lessico è un problema comune e col tempo ho incentrato sempre di più il mio lavoro su questo aspetto.

Un’altra sfida comune è la tendenza a tradurre parola per parola, un’abitudine che limita la comprensione globale del testo. Questo approccio riflette spesso un’elaborazione linguistica non ancora automatizzata. Le neuroscienze suggeriscono che la fluidità nella comprensione e nella produzione linguistica deriva dall’automatizzazione dei processi cognitivi, permettendo di liberare risorse per cogliere il significato complessivo (Segalowitz, 2010). In questi percorsi mi soffermo spesso su un iter specifico per affrontare la traduzione, sviluppando questa automatizzazione e migliorando la capacità di interpretare il testo in modo più naturale ed efficace.

I percorsi individuali offrono l’opportunità di adattare l’insegnamento alle specifiche modalità di apprendimento di ciascuno studente. Le ricerche neuroscientifiche sottolineano come differenze nelle reti neuronali influenzino le preferenze e l’efficacia delle strategie di studio (Dehaene, 2020). In un contesto di lezione di gruppo, il ritmo di apprendimento deve ovviamente adattarsi alla media della classe, spesso rallentando il progresso dei singoli. Al contrario, le lezioni individuali permettono di concentrarsi sulle necessità specifiche dello studente, bypassando concetti già acquisiti e dedicando più tempo ai punti critici.

Ricordo con particolare soddisfazione il caso di una studentessa che, nonostante avesse seguito corsi tradizionali, si sentiva insicura nella traduzione di testi complessi. Attraverso un percorso individuale di due mesi, utilizzando tecniche basate sulla consapevolezza metacognitiva e sull’attenzione focalizzata, abbiamo potenziato le sue capacità di elaborazione linguistica (Miyake et al., 2000). Questo le ha permesso non solo di migliorare significativamente i suoi risultati scolastici, ma anche di affrontare lo studio con maggiore serenità e soddisfazione.

Lo stress è un fattore che può influire negativamente sull’apprendimento, compromettendo la memoria e l’attenzione. Le neuroscienze hanno dimostrato che lo stress cronico altera la funzione dell’ippocampo e della corteccia prefrontale, aree cruciali per l’apprendimento e la memoria (Lupien et al., 2007). Nei percorsi individuali, adottiamo strategie come tecniche di mindfulness e di regolazione emotiva per ridurre lo stress, migliorando così le capacità cognitive coinvolte nell’apprendimento delle lingue classiche (Tang et al., 2015). Un ambiente di apprendimento sereno favorisce la neuroplasticità e l’efficacia delle strategie didattiche adottate.

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Per coloro che stanno vivendo difficoltà nello studio del latino o del greco antico, è consigliabile rivolgersi a professionisti che integrino competenze didattiche con conoscenze neuroscientifiche. Sebbene possa essere tentante optare per soluzioni a basso costo, come lezioni con studenti universitari, l’assenza di una vera competenza didattica può rallentare il progresso e generare frustrazione. Investire in un percorso personalizzato, basato su metodologie supportate dalla ricerca scientifica, può accelerare il progresso e rendere l’apprendimento più efficace e gratificante.

Dott. Giampiero Marchi
Centro Nazionale di Studi Classici “GrecoLatinoVivo”
Ente Accreditato dal Ministero dell’Istruzione


Bibliografia

  • Abutalebi, J., & Green, D. W. (2007). Bilingual language production: The neurocognition of language representation and control. Journal of Neurolinguistics, 20(3), 242-275.
  • Dehaene, S. (2020). How We Learn: Why Brains Learn Better Than Any Machine… for Now. Viking.
  • Draganski, B., Gaser, C., Busch, V., Schuierer, G., Bogdahn, U., & May, A. (2004). Changes in grey matter induced by training. Nature, 427(6972), 311-312.
  • Kang, S. H. K. (2016). Spaced repetition promotes efficient and effective learning: Policy implications for instruction. Policy Insights from the Behavioral and Brain Sciences, 3(1), 12-19.
  • Lupien, S. J., McEwen, B. S., Gunnar, M. R., & Heim, C. (2007). Effects of stress throughout the lifespan on the brain, behaviour and cognition. Nature Reviews Neuroscience, 10(6), 434-445.
  • Miyake, A., Friedman, N. P., Emerson, M. J., Witzki, A. H., & Howerter, A. (2000). The unity and diversity of executive functions and their contributions to complex “Frontal Lobe” tasks: A latent variable analysis. Cognitive Psychology, 41(1), 49-100.
  • Segalowitz, N. (2010). Cognitive Bases of Second Language Fluency. Routledge.
  • Tang, Y.-Y., Hölzel, B. K., & Posner, M. I. (2015). The neuroscience of mindfulness meditation. Nature Reviews Neuroscience, 16(4), 213-225.
  • Ullman, M. T. (2004). Contributions of memory circuits to language: The declarative/procedural model. Cognition, 92(1-2), 231-270.

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