Chi ha detto che il latino è una lingua morta?

In Spagna gli amici dell’Associazione CulturaClasica.com sono riusciti, in 15 anni di attività, a diffondere un modo nuovo di pensare l’insegnamento del latino e del greco. L’articolo che segue, che traduciamo dall’originale spagnolo apparso su El Mundo, è il frutto dell’esperienza di un docente universitario spagnolo, che utilizza nelle sue classi il metodo induttivo-contestuale.


el-latin-ha-muerto-viva-el-latinLa lingua per eccellenza dell’Antico Impero Romano torna in vita in alcune classi dell’Università di Navarra, in Spagna. Il professore di Filologia Latina Alvaro Sánchez-Ostiz, che tiene  l’insegnamento di Lingua e cultura latina è il colpevole del fatto che molti alunni del primo anno di Filologia Spagnola e  di Filosofia sono capaci di parlare latino come chiunque apprenda qualsiasi altra lingua straniera.

“Gli alunni hanno una specie di shock il primo giorno – dice il professore – perché le lezioni sono interamente tenute in latino, dall’inizio alla fine, ed inoltre è richiesta la loro partecipazione attiva“. Questo docente ritiene che tutti gli studenti delle sue classi debbano comunicare in latino quanto più e meglio possano. Per iniziare, ai ragazzi è chiesto di scrivere il loro nome in lingua latina (Iacobus, Beatrix, Hieronymus…).

Sánchez-Ostiz applica in classe il Metodo Attivo per apprendere una lingua, una tecnica che sta prendendo piede anche negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Italia. “Quando studiai Filologia Classica – ricorda il professore – erano pochissimi coloro che si avvicinavano a questo tipo di metodo e, a dire il vero, io stesso l’ho sempre guardato con un certo scetticismo. Tuttavia, tre anni fa ho seguito un corso di latino vivo organizzato a Roma e ho cambiato opinione. Lì mi resi conto che non solo era possibile tenere una lezione ad una classe in latino, ma anche che l’alunno assimila  molto più rapidamente le strutture morfo-sintattiche ed il vocabolario

LE LEZIONI SONO TENUTE IN LATINO

Durante le lezioni viene adottato un libro (Familia Romana, n.d.T.), per l’insegnamento attivo del latino e si fanno esercizi pratici in aula. Nelle strategie didattiche che il professore include nel corso, si aggiungono momenti di divertimento che aiutano comunque a raggiungere l’obiettivo dell’apprendimento. “Interagiamo con spade, cappelli e altri oggetti che hanno a che vedere con i testi”.  Interpretando alcune scene gli alunni ricevono i benefici di un apprendimento visivo senza rendersene conto.

“Dopo lo shock iniziale, i miei alunni si lanciano poco a poco ad intervenire in latino, abbandonando il timore di commettere errori, fase essenziale nell’apprendimento di qualsiasi lingua“, continua il professore, che basa le sue parole su una ventennale docenza.

Una delle regole che vige a lezione è licet nobis errare, sed non tacere.  Vale a dire che i ragazzi “sanno perfettamente che possono commettere errori, ma non gli è permesso rimanere in silenzio”. Ci sono anche ragazzi timidi in aula, ma il clima disteso e di divertimento li invoglia a partecipare. “Sono incantati dalle lezioni e apprendono molto”.

“La ricetta è: una dose di grammatica, di cultura romana e un pizzico di risate e buon umore”, rivela il professore. Questa combinazione di successo si sta riflettendo nei buoni voti dei parziali dei suoi 100 e più alunni, capaci di parlare, comprendere e leggere fluidamente il latino in poco tempo.

Tatiana Marquez
El Mundo
[traduzione di Giampiero Marchi]

Fonte: www.elmundo.es/f5/2015/12/21/5670506aca474120578b466d.html


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