Come impariamo una lingua – parte seconda

mercedesleftrightbrain1Abbiamo già esaminato nel precedente articolo (che consigliamo di leggere soprattutto per una migliore comprensione del presente scritto, di cui è prosecuzione) il modo in cui il cervello acquisisce una lingua straniera e quanto sia opportuno, sulla base delle ricerche in neurolinguistica, modificare il modo in cui le lingue classiche vengono solitamente fatte apprendere ai nostri studenti nelle nostre classi. Continua a leggere

Come impariamo una lingua – parte prima

FullSizeRenderAbbiamo già analizzato in un precedente articolo le ragioni che hanno portato al fallimento del metodo tradizionale di insegnamento delle lingue classiche e quanto sia necessario impegnarsi per rendere nuovamente al latino ed al greco, fin dalle primissime fasi del loro apprendimento, il loro status di lingue, e quindi di mezzi di comunicazione. Questo fatto, lo ripetiamo, comporta in maniera inequivocabile che comincino a far capo alla moderna glottodidattica e alle sue regole, da cui caparbiamente vengono tuttora tenute a distanza. È una equazione che ancora stenta ad essere accettata, ma la sua chiarezza è lampante: se il latino ed il greco sono lingue e la Glottodidattica studia e regola l’apprendimento e l’insegnamento delle lingue, allora il latino ed il greco devono essere regolate dalla Glottodidattica. Si assiste, però, nel campo degli Studi Classici, ancora ad un netto rifiuto di tutte quelle ricerche e quei campi di studio che cercano di indagare metodi e approcci per l’apprendimento delle Lingue Straniere, quando tali ricerche tentino di influenzare la Glottodidattica delle Lingue Classiche. Compito di questo articolo e dei due che seguiranno sarà mostrare e dimostrare quanto, partendo dalle ricerche in glottodidattica, neurolinguistica e psicodidattica, sia necessario rivedere quello che accade durante le ore di insegnamento del latino e del greco antico. Continua a leggere