Contro la scuola impossibile

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Desidero fin da subito specificare che non ho nulla di personale contro la Professoressa Paola Mastrocola, verso la quale nutro profonda stima. “Togliamo il disturbo”, uno dei suoi libri, ha parecchi punti che personalmente condivido, ma quando l’autrice parla di lingue classiche, non riesco a trovare alcun punto di contatto, per quanto io mi sforzi di farlo. Continua a leggere

“Tanto c’è il dizionario!” (ovvero Il dramma dell’acquisizione del lessico nello studio delle lingue classiche)

come-utilizzare-il-dizionario-latino-italiano_44549da8219df9871aa1318d5b003aebSe si dovessero analizzare, con una certa acribia, le criticità del metodo grammaticale-traduttivo (comunemente noto come tradizionale), la maggiore potrebbe essere ritenuta, a buon diritto, la scarsa conoscenza del lessico da parte degli studenti.

Nella comune pratica didattica il suo studio si fonda su liste contenenti da un minimo di venti fino a picchi – folli – di ottanta vocaboli, che il malcapitato studente è tenuto ad imparare a memoria in un arco temporale solitamente abbastanza stretto, da uno a tre giorni. Questo metodo, tutt’ora prevalente, viene messo in atto solitamente per i primi mesi del primo anno, per poi cadere gradualmente in disuso nel corso della seconda parte dell’anno, salvo eccezioni. Continua a leggere

Come impariamo una lingua – parte seconda

mercedesleftrightbrain1Abbiamo già esaminato nel precedente articolo (che consigliamo di leggere soprattutto per una migliore comprensione del presente scritto, di cui è prosecuzione) il modo in cui il cervello acquisisce una lingua straniera e quanto sia opportuno, sulla base delle ricerche in neurolinguistica, modificare il modo in cui le lingue classiche vengono solitamente fatte apprendere ai nostri studenti nelle nostre classi. Continua a leggere

Come impariamo una lingua – parte prima

FullSizeRenderAbbiamo già analizzato in un precedente articolo le ragioni che hanno portato al fallimento del metodo tradizionale di insegnamento delle lingue classiche e quanto sia necessario impegnarsi per rendere nuovamente al latino ed al greco, fin dalle primissime fasi del loro apprendimento, il loro status di lingue, e quindi di mezzi di comunicazione. Questo fatto, lo ripetiamo, comporta in maniera inequivocabile che comincino a far capo alla moderna glottodidattica e alle sue regole, da cui caparbiamente vengono tuttora tenute a distanza. È una equazione che ancora stenta ad essere accettata, ma la sua chiarezza è lampante: se il latino ed il greco sono lingue e la Glottodidattica studia e regola l’apprendimento e l’insegnamento delle lingue, allora il latino ed il greco devono essere regolate dalla Glottodidattica. Si assiste, però, nel campo degli Studi Classici, ancora ad un netto rifiuto di tutte quelle ricerche e quei campi di studio che cercano di indagare metodi e approcci per l’apprendimento delle Lingue Straniere, quando tali ricerche tentino di influenzare la Glottodidattica delle Lingue Classiche. Compito di questo articolo e dei due che seguiranno sarà mostrare e dimostrare quanto, partendo dalle ricerche in glottodidattica, neurolinguistica e psicodidattica, sia necessario rivedere quello che accade durante le ore di insegnamento del latino e del greco antico. Continua a leggere