
Nel 2013 è uscito, a firma del Prof. Marco Ricucci, dottore di ricerca presso l’Università di Udine e docente di latino e greco, un contributo che indaga, attraverso una serie di prove somministrate a classi equamente suddivise tra quelle formate con metodo grammaticale-traduttivo e metodo induttivo-contestuale, quale di queste abbia raggiunto lo scopo di comprendere di più (a livello quantitativo) e meglio (a livello qualitativo) un testo in greco antico della lunghezza di 7-13 righe, in un’ora e senza l’ausilio di un dizionario bilingue.
Lo studio di Ricucci è reperibile a questo indirizzo.
Lo staff di GrecoLatinoVivo
Ringraziamo il prof. Alessandro Conti per l’infografica.
Se si dovessero analizzare, con una certa acribia, le criticità del metodo grammaticale-traduttivo (comunemente noto come tradizionale), la maggiore potrebbe essere ritenuta, a buon diritto, la scarsa conoscenza del lessico da parte degli studenti.
Il 7 e l’8 novembre 2015 si è tenuto, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Accademia Vivarium Novum, un convegno, in memoria di Pugliese Carratelli, in cui si è cercato di analizzare lo stato (disastroso) in cui versa l’insegnamento delle lingue classiche in Italia, in Europa e nel Mondo. Preciso fin da subito che sarà per me impossibile tracciare in maniera puntale tutti gli interventi che si sono susseguiti in due giorni estremamente ricchi di momenti di riflessione, questo a causa sia dello spazio esiguo che mi è dato in questa sede sia del numero veramente alto di personalità che hanno preso la parola. Cercherò tuttavia di riportare gli spunti e le domande che questo fine-settimana così denso ha sollevato.